Diversità ed inclusione necessaria: braccianti e lavoro nero, fra etica ed azioni concrete.

Diversità ed inclusione necessaria: braccianti e lavoro nero, fra etica ed azioni concrete.

(foto da rainews.it)

Sono tanti anni che mi occupo di sicurezza in azienda e più recentemente di diversità ed inclusione e forse per questo sono rimasta profondamente scossa da quanto accaduto a poca distanza dal luogo in cui vivo.

La vicenda

La tragica vicenda a cui mi riferisco che mette in luce le drammatiche conseguenze della mancanza di rispetto per la dignità umana. Un bracciante agricolo, immigrato clandestino con un braccio amputato, è stato abbandonato in strada dal suo datore di lavoro dopo essere stato ferito gravemente. Questo episodio non è solo un atto di disumanità, ma accende un faro sul fenomeno del caporalato a cui, ahimè, si stenta a mettere un freno.
Chi è mai stato almeno una volta in quelle zone della provincia di Latina sa in che condizioni molti lavoratori immigrati vivono e lavorano. Spesso costretti a condizioni di vita precarie e senza alcuna protezione legale, questi esseri umani sono alla mercé di datori di lavoro senza scrupoli, che sfruttano la loro vulnerabilità per ottenere manodopera a basso costo. La mancanza di diritti e di riconoscimento sociale rende questi lavoratori invisibili, nonostante siano una componente essenziale dell’economia agricola e di altri settori.

Le riflessioni

Mi colpisce, facendo formazione nelle aziende sui temi della diversità e dell’inclusione, sul rispetto delle norme etiche come ci sia, in alcune realtà almeno, una discrepanza tra le parole ed i fatti. Si discute molto di etica, di regolarizzazione del lavoro nero, di inclusione e parità di genere, ma la realtà dei fatti dimostra che c’è ancora molto da fare. La vicenda del bracciante abbandonato mette in luce l’ipocrisia di una società che proclama alti valori morali ma spesso fallisce nell’implementarli concretamente.

La vicenda del bracciante lasciato morire in strada deve spingerci a riflettere e agire. È un monito che ci ricorda quanto sia fragile il tessuto della nostra società e quanto sia urgente tessere nuovi fili di solidarietà e giustizia. Solo attraverso un impegno collettivo per l’inclusione e il rispetto dei diritti umani potremo sperare di prevenire altre tragedie e costruire un futuro in cui nessuno venga lasciato indietro. Parlare di etica e diritti non basta: è necessario che le nostre azioni riflettano davvero i valori che proclamiamo.

C’è in tutto questo però un altro aspetto che va affrontato ed è il ruolo che noi consumatori abbiamo nel sostenere o contrastare certi fenomeni di sfruttamento. Spesso, siamo attratti da prodotti agricoli a basso costo, senza pensare alle conseguenze che questo comporta per i lavoratori che li coltivano e raccolgono.

Se vogliamo veramente cambiare le cose, dobbiamo essere consapevoli di ciò che acquistiamo e scegliere prodotti equi e solidali, che garantiscano una remunerazione adeguata e il rispetto dei diritti dei lavoratori. In questo modo, possiamo esercitare la nostra responsabilità sociale e contribuire a creare un mercato più giusto ed etico. Non possiamo ignorare il fatto che le nostre scelte di consumo hanno un impatto sulle vite di altre persone.

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